A marzo 2020, quando il mondo si è fermato, l’artista Sasha Vinci ha scelto di rispondere al silenzio, alle distanze e all’isolamento imposto dalla pandemia, con la creazione di un nuovo progetto cantautorale e inedito fatto di parole e di canto, di note e di musica.
Nei giorni di lockdown lo studio dell’artista si è trasformato in una sala di registrazione, con un ordine e un aspetto del tutto diversi da quelli ricorrenti.
I tavoli da disegno, le vasche d’argilla e le basi in legno per modellare le sculture hanno lasciato lo spazio agli strumenti musicali, agli amplificatori, alle casse e ai microfoni.
È nata così la nuova performance di Sasha Vinci, nell’immediatezza della parola figurata, in cui la voce si è fatta strumento. Mercurio è un progetto di 9 canzoni originali, scritte, cantate e interpretate dall’artista.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il musicista Vincent Migliorisi, che ha curato invece il suono e gli arrangiamenti musicali. Due personalità creative differenti quelle di Vinci e Migliorisi, che hanno unito le proprie visioni ed esperienze professionali per dare vita a una produzione sonora innovativa, tipicamente wave, che spazia da intermezzi acustici a suggestive atmosfere elettriche.
Le 9 canzoni di Mercurio costituiranno inoltre la colonna sonora di un film d’artista che Sasha Vinci sta producendo. Le tematiche indagate saranno le stesse espresse attraverso gli altri media artistici: il multinaturalismo, i mondi possibili, l’utopia concreta, l’azione civile e collettiva e il simbolismo arcaico.
di Lara Gaeta
Esisterà allora una sola bellezza; natura e umanità si fonderanno in una sola divinità nella quale tutto sarà contenuto.
(Iperione, F. Hölderlin)
Mercurio è la sperimentazione cantautorale dell’artista Sasha Vinci che decide di utilizzare, per la prima volta in maniera diretta e totalizzante, il potere evocativo, metaforico e incisivo delle parole.
Il progetto che si compone di 9 brani è un lavoro a quattro mani, realizzato insieme al musicista Vincent Migliorisi.
Mercurio è un canto liberatorio ed espressivo, che prende forma nell’isolamento del lockdown, per riportare l’attenzione alla natura instabile e contraddittoria dell’essere umano che ha la capacità, indifferentemente, di toccare gli abissi e di intraprendere un volo “magnifico”. I testi raccontano di storie interrotte, di eventi di cronaca, di emozioni forti e distruttive: di rabbia, collera e amore, ma anche di noia e di paura, senza veli né ipocrisie. In questo progetto artistico le parole hanno la stessa funzione del segno su foglio o su tela: cioè generano delle immagini che si compongono all’istante nella mente di chi le ascolta.
Non esiste incoerenza né scissione tra la produzione artistica di Sasha Vinci e queste canzoni, i soggetti descritti ritornano in altre opere, come gli uomini dalle “maschere fatte di foglie”. Vinci dunque evoca immagini che sono delle visioni a metà tra la realtà e l’utopia, tanto concrete quanto eteree, che esprimono emozioni intense e coinvolgono più sensi, attraverso l’utilizzo di ossimori, sinestesie e associazioni di parole impossibili: “praterie d’asfalto”, “petalo incarnato alla croce”, “anelli di cenere grigia”. Anche i colori cangianti e vividi sono gli stessi che si diluiscono e mescolano nei suoi dipinti.
Mercurio, dio messaggero che corre rapido attraversando i confini, è dunque la rappresentazione emblematica di questo mondo caotico e antitetico, tra presente e ricordi, sogni e realtà, vita e morte e manifesta, allo stesso tempo, quello stato di trasformazione e metamorfosi continue a cui sia l’uomo che la natura sono soggetti. Mercurio è il metallo liquido, l’“argento vivo” che sfugge alla presa, che scivola via, generando continuamente altro: nelle canzoni dell’artista diventa l’espressione dell’azione creativa, volontaria e libera, che si sottrae a ogni forma di autoritarismo e coercizione.
E non è un caso che fra i personaggi citati nelle canzoni vi sia proprio uno degli intellettuali più emblematici del Novecento, espressione dello spirito libero, sempre ostinatamente ribelle e anarchico, nell’accezione più virtuosa di questi termini: Pier Paolo Pasolini. Tra le immagini e le emozioni rievocate più spesso in queste canzoni vi è proprio il fuoco (“fiamme ardenti” / “città infernali") e la rabbia, come sentimento che porta l’uomo a reagire, a farsi strada, ad andare avanti, con “coraggio impetuoso”, oltrepassando ogni paura.
L’impegno sociale e politico di alcuni versi si concilia con espressioni poetiche e parole simbolico-magiche di altri, che non pretendono né di descrivere, né di raccontare una storia, ma di esprimere emozioni forti, che celebrano l’enigma della vita nelle sfumature più irrazionali e inspiegabili come l’immagine di “una donna a piedi nudi (che) porta in seno una reliquia.”
Proprio in Mercurio, lirica che dà il titolo all’intero album, l’artista procede nel testo attraverso una serie di negazioni che, ripetendosi insistentemente come in un mantra, servono in realtà a includere e considerare tutte le variabili dell’esistente: “non esiste altra razza, non esiste il potere, non esiste altra luce, non esiste altra voce […]” L’artista giunge a negare perfino se stesso, con il proprio corpo e la propria identità, perché non ha più senso emergere come individuo singolo, compiacente e narcisista, ma è invece necessario fluire libero come il mercurio, mutando continuamente ed evolvendosi nel pieno rispetto della natura, poiché annullandosi si diventa tutto.