A HUMAN FLOWER WALL / PERFORMANCE
26 maggio 2019
New York University / New York City
Il 26 maggio 2019, a New York City, è stato presentato il progetto A HUMAN FLOWER WALL di Sasha Vinci, a cura di Diego Mantoan, ideato in seguito all’esperienza de La Repubblica delle Meraviglie realizzata all’Università Ca’ Foscari Venezia nel 2018 per la vittoria dello Sustainable Art Prize.
Questa nuova tappa nel lavoro di ricerca sociale e artistica di Sasha Vinci è stato promosso dall’Ateneo con il sostegno della New York University in occasione di edra50 brooklyn, il principale convegno nordamericano dedicato ai temi della sostenibilità urbana. Il progetto gode inoltre della collaborazione del Humanities and Social Change Center di Venezia e della galleria aA29 Project Room.
A HUMAN FLOWER WALL è una performance artistica, che vuole rappresentare e far riflettere gli spettatori sulla contrapposizione tra un’attuale società occidentale sempre più chiusa in sé stessa e un’ideale società incentrata sul raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, emblema di integrazione, accoglienza e inclusione sociale
Il 26 maggio 2019, un corteo di persone hanno attraversato come una massa critica, unica e compatta, le vie della Grande Mela e gli spazi, a partire dal campus della NYU Tandon, componendo simbolicamente un muro biologico in movimento, che attraverso l’elemento del fiore, immagine di vita e rinascita, si proietta al di là di qualsiasi forma di separazione o divisione e diventa un ponte verso una società equa e inclusiva, priva di barriere fisiche e mentali.
Nella performance, l'artista ha coinvolto gli studenti della New York University dando vita ad un momento magico in cui il fiore esprime la sua bellezza e la sua forza. Migliaia di gerbere, metafora empatica e diretta della bellezza e della caducità, dell’energia e della fragilità, sono stati applicati sugli abiti e sui corpi, trasformando così ogni singolo partecipante in una parte essenziale del tutto, in una costruzione sociale tanto variegata, quanto forte e coesa. Fiore dopo fiore il muro ha preso forma, diventando un trionfo di note naturali che risuonano contro gli echi totalitari dei poteri contemporanei.
A HUMAN FLOWER WALL ha generato a una nuova idea di comunità, in cui il fiore è il collante tra le disuguaglianze, il legame tra le diversità. Questa azione artistica e sociale vuole liberare dalla morsa del consumismo che livella le differenze e trasforma i popoli in un insieme che appanna il potere della meraviglia.
“Il Muro è simbolo di un mondo spaccato, confine innaturale che separa le persone fra loro, le città dalla natura, dividendo fisicamente il mondo in blocchi e modelli contrapposti. A HUMAN FLOWER WALL non è pertanto una barriera di mattoni, di legno, ferro o cemento, bensì un muro di persone, individui liberi che desiderano un mondo diverso in cui vivere. La performance esprime visivamente la pervasività, la bellezza e la forza di quell’onda giovanile che proprio in questi giorni sta acquisendo sempre maggiore consapevolezza nei confronti dei problemi legati allo sviluppo sostenibile. Verrà così dato corpo all’impegno per la creazione di un mondo possibile che includa le genti e generi unione tra i diversi patrimoni di conoscenze, tra urbanesimo e natura.” (Sasha Vinci)
Per Sasha Vinci A HUMAN FLOWER WALL vuole tematizzare i meccanismi di dominio che oggigiorno inducono a osservare l'orizzonte della normalità, escludendo dalla vita l'estraneo o il diverso, fomentando la paura per l'altro, come se tale diversità possa contagiare la società e trascinarla nell'abisso dell'a-normalità. L’artista siciliano reagisce a questa deformazione del presente, creando un'opera capace di esaltare l'idea dell’esistenza e parla di un rapporto sano fra il potere politico e il bìos, la vita, ma non quella del singolo individuo, bensì la vita della collettività, quella della comunità in unione al suo ambiente. In uno scenario mondiale in cui si registra lo schiacciamento della politica sull'elemento biologico, A HUMAN FLOWER WALL è un'opera che intende dilatare le maglie della coscienza, per affermare un pensiero libero che parli di interdipendenza reciproca tra i viventi, educandoli all’accoglienza del nuovo e al rispetto dell’ambiente.
Il progetto si pone idealmente come continuazione della “Trilogia del Possibile” del duo Vinci/Galesi.