MIMESIS
MIMESIS è un atto performativo e un’installazione ambientale che prevede la trasfigurazione dei due artisti Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi e la realizzazione di un “paesaggio” bicromatico verde e rosso scarlatto, tanto colorato quanto asettico, familiare ma sottilmente angosciante. Sono le Stelle di Natale le protagoniste indiscusse, che ricoprono e uniformano tutto lo spazio con i loro fiori e foglie, occultando anche i corpi dei due artisti. L’installazione, senza limiti spaziali definiti, confonde e disorienta lo spettatore: sembra inneggiare alla natura florida e rigogliosa e invece parla di artificio.
La Stella di Natale è infatti una pianta originaria del Messico, là dove cresce in maniera spontanea in natura. In Europa e in Italia, invece, viene coltivata in serra e ha assunto il valore di una pianta decorativa “da vaso”, dalle piccole dimensioni, che abbellisce la casa per qualche settimana durante le festività natalizie, e poi muore. Non vi è nulla di davvero naturale e rigoglioso in quest’installazione, solo un meccanico ripetersi di piante in una serialità monotona e sterile, che ben rievoca le dinamiche del consumismo e del commercio illecito. A questo “paesaggio” surreale, piatto e silenzioso anche i due artisti si adeguano, divenendo parte inesorabile del gesto di ripetizione e di conformismo.
MIMESIS
MIMESIS is a performance and environmental installation that involves the transfiguration of the two artists Sasha Vinci and Maria Grazia Galesi and the creation of a dichromatic green and scarlet red "landscape", as colourful as it is aseptic, familiar yet subtly distressing. The Poinsettias are the undisputed protagonists, covering and unifying the entire space with their flowers and leaves, even concealing the bodies of the two artists. The installation, without defined spatial limits, confuses and disorients the spectator: it seems to praise flourishing and luxuriant nature, but instead speaks of artifice.
The Poinsettia is in fact a native plant of Mexico, where it grows spontaneously in the wild. In Europe and Italy, however, it is grown in greenhouses and has taken on the value of a small decorative potted plant that graces the house for a few weeks during the Christmas season and then dies. There is nothing really natural or lush about this installation, just a mechanical repetition of plants in a monotonous and sterile seriality, which well evokes the dynamics of consumerism and illicit trade. The two artists also adapt to this surreal, flat and silent "landscape", becoming an inexorable part of the gesture of repetition and conformism.